Piste di sci di Sestriere lo scorso Gennaio |
Le conseguenze del riscaldamento climatico, o quanto meno "alterazione climatica", nelle Alpi sono chiaramente percepibili. In pochi ormai rifiutano questa realtà. È necessario trovare alternative all’attuale sistema turistico, all'80 % ancora imperniato sull'industria dello sci alpino...
Uno
studio dell’Università di Innsbruck prevede una contrazione dell’inverno
di due o tre settimane entro il 2050. Tra le conseguenze, si prospetta
uno scenario con meno neve, meno pernottamenti e quindi meno volume
d’affari. Il settore del turismo è chiamato a raccogliere la sfida. Quali sono le alternative all’attuale modello di sport invernali ad alta
intensità di energia e di emissioni di CO2? È evidente che
per ora il turismo invernale chiude gli occhi davanti alla realtà e
prosegue imperterrito nella stessa direzione. Ad esempio a Sudelfeld, in Germania, è
stato da poco costruito il più grande impianto di innevamento nelle Alpi
tedesche, per di più all’interno di un’area protetta. Ciò è valso alle
società di gestione degli impianti il “Bock des Jahres” (equivalente
alla bandiera nera dell’ambiente), che è stato assegnato da Mountain
Wilderness Germania e altre associazioni ambientaliste tra cui CIPRA
Germania, ai responsabili del peggiore danno all’ambiente nello
spazio alpino tedesco del 2014. La situazione non è molto diversa in
Austria. Attualmente sono attivi circa 20.000 cannoni da neve che
attingono acqua da più di 420 bacini artificiali di accumulo. Questi alcuni esempi dalle Alpi Orientali, ma lo stesso vale per quelle centrali e le nostre occidentali.
Tuttavia, non sono solo i ricercatori, diversi enti pubblici e le
associazioni ambientaliste a denunciare questo scenario. Anche i turisti mettono sempre più in
discussione le attuali forme di turismo invernale. Come documenta un
sondaggio dell’istituto di ricerca d’opinione YouGov, su incarico della
rivista tedesca “Zeit online”, la metà dei tedeschi è contraria alla neve
artificiale. Sia per il discorso ecologico ma anche per il normale buon senso, che fa preferire a tutti vacanze in luoghi naturali, rilassanti e meno "artificiali" possibile.
Plan de Corones (Bolzano), lo scorso inverno (foto: De Matteis) |
Ci sono alternative percorribili. Promozione di attività a contatto con la natura e
compatibili con il clima, attività che si possono fare tutto l'anno a prescindere dal fattore neve. O ancora puntare decisamente su fonti di reddito
integrative, non strettamente turistiche. L'elenco è certamente lungo, il nostro giornale cercherà nel futuro di portare più esempi pratici possibile. Diversi studi internazionali hanno infatti messo in evidenza che la neve artificiale non
porta automaticamente a migliori risultati economici e ha serie
ripercussioni sull’ambiente naturale. Sono ormai molti gli esperti del settore, insieme ad alcuni enti locali ed associazioni, che esortano a non
finanziare l’innevamento artificiale con fondi pubblici.
F.A. Bardo News (fonte Cipra International)
F.A. Bardo News (fonte Cipra International)
Stazione di sci piemontese, sempre nell'inverno 2015-2016 |
Nessun commento:
Posta un commento