Cartolina promozionale di Bardonecchia, anno 1922 |
e di cura”
… scriveva il Prof. Luigi Devoto nel 1927. Oggi è
ancora così?
Il clima di Bardonecchia è tipico delle Alpi occidentali piemontesi. Caratterizzato
da un minimo annuale di piovosità che cade tra Luglio ed Agosto. Questa
particolarità (al contrario di quanto avviene nella zona dolomitica dove il massimo
di piovosità annuale cade proprio tra Luglio ed Agosto) garantisce a
Bardonecchia un gran numero di giornate serene e soleggiate nel
periodo estivo. Questa situazione favorevole non è facilmente riscontrabile in
altre località delle Alpi centrali ed orientali.
La definizione “Bardonecchia Perla delle Alpi”, risalente agli anni ’20, e gli slogan di promozione turistica degli anni successivi “Bardonecchia: neve, sole, gioia di vivere” trovano conferma nei dati scientifici-climatici dell’epoca.
“In base alle osservazioni fatte specialmente in questi ultimi trenta
anni, il medico quando prescrive un soggiorno in alta montagna parte dalle
seguenti ammissioni:… che le persone che vivono al di sopra dei 1300 metri sul
mare o che vi si trasferiscono (dopo 4 settimane) presentano un aumento del 20
per cento di emoglobina e dei corpuscoli rossi; il volume dei corpuscoli rossi
è aumentato, così pure la quantità del sangue. Dalle ricerche di Bayeux
risulterebbe che in alta montagna (altezze di cura) si distrugge una parte dei
corpuscoli rossi, quelli fragili, malati o vecchi; a questa ematolisi segue
un’ematopoiesi, per la quale si ha una produzione di corpuscoli giovani e
sani…”
Così scriveva il Prof. Luigi Devoto, assiduo frequentatore di Bardonecchia,
fondatore della Clinica del Lavoro a Milano e Direttore dell’Associazione
medica italiana d’idrologia, Climatologia e Terapia Fisica in una relazione di
17 pagine, pubblicata nel gennaio del 1927. In essa si mettevano in rilievo i
vantaggi del clima montano, e le virtù della neve “generosa risanatrice dei
nervosi” ed i “successi terapeutici di Bardonecchia”. Tale relazione, corredata
da tabelle comparative sulle ore mensili di sole su alcune stazioni montane
(Davos, St. Moritz, Cortina d’Ampezzo, Bardonecchia, etc.) fu presentata come
supporto scientifico a corredo dell’istanza di riconoscimento della
denominazione “STAZIONE DI CURA,
SOGGIORNO E TURISMO” al Ministero dell’Interno da parte del Comune di
Bardonecchia.
L’istanza, forse perché corredata dal parere dell’illustre professore ma anche dell’elencazione di delle numerose strutture alberghiere e turistiche già allora esistenti (“alberghi di lusso e di famiglia dotati di ogni conforto, calorifero compreso”), ebbe esito favorevole in tempi burocratici relativamente brevi. Con Decreto Ministeriale 8 Marzo 1927, Bardonecchia ottenne l’ambito riconoscimento…
L’istanza, forse perché corredata dal parere dell’illustre professore ma anche dell’elencazione di delle numerose strutture alberghiere e turistiche già allora esistenti (“alberghi di lusso e di famiglia dotati di ogni conforto, calorifero compreso”), ebbe esito favorevole in tempi burocratici relativamente brevi. Con Decreto Ministeriale 8 Marzo 1927, Bardonecchia ottenne l’ambito riconoscimento…
Negli anni successivi l’Azienda Autonoma di Cura in collaborazione con il
Municipio di Bardonecchia dispone la realizzazione di una bellissima cartolina
a colori illustrata da F. Gibelli di Torino in cui compare, si ritiene per la
prima volta, la definizione “Bardonecchia Perla delle Alpi”. E’ un’immagine
curiosa, una veduta invernale dipinta e corredata da una serie di dati
statistici ed informazioni sulle ore di sole ed i giorni sereni dell’inverno
1922/1923, sulle temperature minime, massime e medie estive ed invernali, sui
tempi necessari per raggiungere Bardonecchia da Torino, Milano, Genova e
Parigi. Informa anche sul clima fresco secco del nostro paese di montagna e ci
dice…”guardate con attenzione sotto la scritta piccola Bardonecchia… altezza
della neve metri 2!”.
Ripetiamo la domanda: ancora così oggi? In quale senso?
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