Una prima tornata di sue riflessioni sugli argomenti legati al loro programma...
"Facciamo rete, decidiamo insieme"
PRIMA PARTE
Il tema che vorremmo trattare in questa prima tua intervista a Bardo News è quello dello "sviluppo turistico di Bardonecchia". In generale come intendete lo sviluppo turistico?
Lo sviluppo, per noi, parte innanzitutto dal “fare rete”. Significa non proporre al mondo “qualche Bardonecchia” ma proporre tutto un sistema di accoglienza, sport, divertimento con gli sci e senza gli sci. Ma per farlo dobbiamo costruire l’offerta mettendoci tutti al tavolo. Noi questo lo chiamiamo “fare rete tra noi”. Poi è altrettanto importante “fare rete con le istituzioni” (città di Torino e Regione) per ricevere sostegno economico ed entrare nel menù turistico che queste realtà offrono al mondo. Siamo stati a lungo la montagna “sotto casa”, questo non basta più, dobbiamo andare a caccia di turisti...
Dato che nel vostro programma la parola d'ordine è "partecipazione", dunque il coinvolgimento della popolazione alla realizzazione del vostro progetto politico, come viene applicato nel concreto questo metodo al lavoro per il turismo?
#adessodecidiTU! è la parola chiave del nostro programma ed è anche nel simbolo. La partecipazione è fondamentale. Da soli, oggi, non si va lontano. I mercati chiedono tanti tipi di turismo, cuciti addosso alle persone come un vestito. Questo lo otteniamo solo mettendo attorno a un tavolo tutte le realtà economiche, sociali e culturali del posto in cui viviamo: albergatori, commercianti, chi si occupa degli impianti, maestri di sci, le persone che lavorano in montagna d’inverno e d’estate, tutti insomma. Bardonecchia deve iniziare a vendere “turismo su misura”. La partecipazione è la nostra vera “assicurazione sulla vita”.
Siamo una realtà a fortissima connotazione turistica. Cosa farete sia prima delle elezioni che dopo, se sarete eletti? Dato che glielo avete chiesto, i bardonecchiesi cosa desiderano venga fatto e come intendono partecipare in questo ambito? Citiamo esempi pratici...
A Gennaio i bardonecchiesi ci hanno detto: vogliamo più turismo, più lavoro, una città più a posto e più manifestazioni. Queste richieste sono diventate il nostro programma che indica, in primo luogo, che è fondamentale essere più uniti, cambiare e guardare fuori. In concreto offriremo più strutture per lo sport: a tutti, residenti e turisti. Recupereremo concretamente la montagna “di un tempo” adattandola, però, alle esigenze di oggi. E anche questo sarà fatto con le associazioni ed i consorzi. Proporremo ai turisti una montagna estiva che emoziona e una montagna invernale che diverte. E ai piedi di queste meraviglie metteremo a disposizione di tutti una città che sa accogliere, nei negozi e nelle strade. Ecco qualche esempio pratico: rilanceremo il Borgo Nuovo con la riqualificazione di Piazza Statuto e riporteremo agli antichi fasti la Festa del Pe’ du Plan. Ci impegneremo ad agevolare e sostenere i soggetti privati che organizzeranno manifestazioni sportive di caratura internazionale. Intendiamo inoltre promuovere la realizzazione del Campo da Golf a 9 buche, e collaborare attivamente con l’Associazione che gestisce il Forte Bramafam. Sosterremo la realizzazione privata di un parco giochi sulla neve. Lanceremo un progetto specifico di attrazione del turismo giovane, agevolando l’apertura di nuovi locali après ski e di intrattenimento serale.
Avete dichiarato di voler unire le realtà pubbliche e private, impresa e commercio, la Bardonecchia della neve e quella dell'estate? Nel concreto cosa implica?
Diciamolo in modo più diretto: “Se Bardonecchia offrirà ad un turista straordinarie discese sugli sci ma poco altro non riuscirà ad attirarlo un’altra volta”. La stessa cosa vale anche al contrario: “Se offriamo una città viva senza la possibilità di praticare sport (sulla neve o senza la neve) ad ottimo livello saremo perdenti”. Per essere notati, scelti e ri-scelti dobbiamo offrire un “sistema integrato”: ottime piste, impianti di risalita di qualità, una città pulita e ordinata, viva, allegra, piacevole. Ma non basta. Ci vuole un’offerta ampia che soddisfi gli sportivi e chi cerca solo pace e panorami. Ci vogliono attrazioni per gli adulti e (importantissimo) per i bambini. E alla base di tutto ci vogliono alberghi accoglienti ed efficienti e una città disponibile e sorridente. L’amministrazione non è un’impresa ma deve e vuole essere il “regista” di questo” bouquet progettato e realizzato dall’intero comparto economico e imprenditoriale. Per questo è essenziale che tutti partecipino al cambiamento.
Inoltre avete intenzione di collegare il turismo "tradizionale" con quelli che definite i "nuovi" turismi. Quali sono i "nuovi" turismi?
La nostra idea è cambiare subito le cose che peggiorano la qualità della vita per i residenti ed i turisti. E, allo stesso tempo reimpostare l’offerta di Bardonecchia rivolta a turisti che sono completamente cambiati. Gli studi dicono che i “nuovi turismi” vogliono tranquillità, relax, escursioni, passeggiate, trekking e contatto con la natura. Questo significa che l’offerta “sci” su cui Bardonecchia ha investito e investe molto deve essere circondata da altre offerte “di nicchia” per chi scia e per chi non scia. Insomma: serve un “sistema” di offerte sportive diverse, un’accoglienza e una qualità del servizio di livello più elevato, serve offrire al turista “esperienze” gastronomiche, storiche, culturali, sensoriali. Non si tratta di attrarre persone che non amano più lo sci, si tratta di fare felici le persone “anche dopo lo sci” o “nonostante lo sci”. Facendolo, consentiremo a Bardonecchia di distribuire più qualità della vita anche ai propri abitanti.
Come pensate di sviluppare queste forme di turismo più leggero e sostenibile? State valutando ad esempio progetti sull'escursionismo in generale, quello naturalistico, l'educazione ambientale per i giovani?
Certo, questo risponde alle esigenze espresse dei bardonecchiesi (sintetizzando: più turismo, più lavoro). La sostenibilità del turismo è una delle nostre priorità. L’obiettivo è duplice: preservare lo spirito montano, l’identità e il rispetto della nostra cultura e trasformare questo capitale culturale in un forte strumento attrattivo. E in più il potenziamento delle attività alpinistiche e la messa in sicurezza del territorio consentirà alle associazioni e ai consorzi agricoli di trasformare la richiesta di natura e di bellezza dei turisti in più lavoro (e lavoro più qualificato perché legato al recupero e alla “restituzione” a tutti della montagna delle origini). Entrando nello specifico, in tema di escursionismo e natura, prevediamo la realizzazione di una nuova via ferrata in Valle di Rochemolles e la valorizzazione di quella del Rouas; la messa in sicurezza delle vie alpinistiche delle cime più importanti; il potenziamento del Tour del Thabor, e la creazione del Tour dell’Ambin e dello Chaberton, oltre alla realizzazione dei bivacchi al Colle del Frejus e del Sommeiller.
Se lo sci non rimarrà un trend dominante, nel concreto come si faranno convergere i vari interessi in gioco a Bardonecchia?
Lo sci è un trend dominante che rimarrà dominante ma è chiaro che da solo non basta più. Oggi, rispetto agli anni ’70 e ’80 (gli anni del boom della neve, quando lo sci era esibizione, gesto atletico e anche notti insonni) il turista cerca una montagna profondamente diversa. Cerca una montagna accessibile, curata, rispettosa della propria cultura e di quella degli ospiti. Il turista (sempre più spesso una famiglia con figli) cerca sensazioni senza esagerazioni, cerca una montagna “sobria” seppur divertente, accogliente, coinvolgente. Gli elementi in gioco, dopo lo sci o “senza lo sci” in pratica sono gli stessi che il turista cerca in città (palestre, spa, piscina, luoghi belli e accessibili, atmosfere, intrattenimento sicuro per i figli) solo che qui trova quello che la città non più dargli: la felicità di stare in cima al mondo in mezzo alla natura, i silenzi della montagna antica, la lentezza, e la gioia di un fuoco nel camino offerto da un locale accogliente, shopping che è festa ed esperienza. Per questo Bardonecchia deve saper offrire, accanto allo sci in inverno, una “costellazione di piaceri” in estate e nelle stagioni intermedie. E’ questo il collante che unisce tutti “gli interessi in gioco”.
Qui termina la prima parte dell'intervista a Piera Cicconi...
Prossimamente pubblicheremo la seconda conclusiva parte.
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